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La pratica del Tai Chi Chuan si snoda attraverso molte fasi. Le prime rappresentano i miglioramenti più evidenti. Si passa da una rudimentale, a tratti mancante, coordinazione del proprio corpo ad una buona padronanza dei movimenti. Dalla difficoltà di eseguire lentamente e correttamente la forma, ad una forma ben strutturata. Più si va avanti e più i miglioramenti diventano minimi ma non per questo meno entusiasmanti. I piccoli passi in avanti che facciamo nel corso degli anni rappresentano in realtà il frutto di un enorme lavoro poichè vanno ad aggiungere capacità ad una struttura psicofisica già impostata. Iniziamo via via ad aprire delle porte, passaggi però che avvengono di rado e grazie a un notevole impegno, a una costante ricerca, a una continua sperimentazione in palestra.

Ogni livello che raggiungiamo è composto a sua volta da un insieme di sottolivelli, piccoli passi che man mano ci consentono di farne uno più grande.

Il segreto, ve lo voglio svelare è questo: pratica, pratica pratica ed ecco che si scorge la porta...







 

 

 

 

Il lavoro previsto da questa disciplina è lungo e variegato. Si studia la forma di base per imparare a padroneggiare il proprio corpo. Il Tao Lu serve a costruire un corpo tai chi, vale a dire una struttura radicata ed efficiente, morbida ma forte (la famosa barra d'acciaio avvolta nel cotone). Il cambio continuo di postura (mutamento) insegna al praticante l'equilibrio dinamico, la capacità di mantenere l'equilibrio durante i cambi di posizione, qualità centrale di un marzialista che si rispetti e qualità psicologica fondamentale per accettare i mutamenti continui della nostra esistenza. Lavoriamo sul corpo per formare la mente, per far sì che si sincronizzino che diventino un'unità. La forma ci insegna il ritmo, la struttura da mantenere per essere efficienti nel movimento e quindi il movimento del bacino, la solidità delle gambe gli allineamenti fondamentali. La rilassatezza con cui la eseguiamo ci insegna l'economia di movimento.

Oltre alla forma di base si lavora sulla visione periferica, su esercizi a coppia che potenziano la risposta istintiva all'attacco. Si lavora su sequenze che insegnano l'attacco ai punti vulnerabili dell'organismo. 

Si praticano sequenze che favoriscono l'allugamento e quindi consentono un lavoro di irrobustimento dei tendini. Il corpo deve imparare a muoversi come un'unità, dietro la mano che colpisce ci deve essere tutto il corpo che spinge. I tendini si devono pian piano trasformare in molle potentissime.


Insomma non si finisce davvero mai...